
Armonizzare la disciplina sulla riassegnazione delle concessioni idroelettriche e modificare l’articolo 177 del codice dei contratti pubblici in materia di “Affidamenti dei Concessionari”.
La regionalizzazione delle concessioni idroelettriche
Nel dettaglio, sindacati e imprese chiedono che vengano riviste le norme sulle riassegnazioni delle concessioni idroelettriche. Il dito è puntato sul dl semplificazioni (convertito nella L. 12/2019) che ha introdotto la “regionalizzazione” delle procedure. Fin da subito Elettricità Futura e Utilitalia avevano sottolineato come il passaggio di competenze dal potere centrale a quello locale rischiasse di portare ad quadro normativo disomogeneo. E di conseguenza ad una non uniformità di applicazione, consentendo implementazioni differenziate e discriminatorie su base regionale.
Le Regioni avrebbero dovuto presentare le proprie norme su modalità e procedure d’assegnazione entro il 31 marzo, ma la crisi sanitaria ha costretto il Governo a posticipare i termini a ottobre.
Ma il tempo in più ha permesso anche alle imprese del settore di rivolgere un nuovo appello a Roma. Il rischio ventilato dai firmatari è che, in assenza di un coordinamento nazionale, si possano generare disparità di trattamento a livello nazionale, alimentando distorsioni competitive.
“E’ necessario definire un quadro normativo stabile ed organico – si legge nella nota stampa – che tenga conto della necessità di avviare immediatamente un ciclo di investimenti anche in relazione alla crisi determinata dall’emergenza sanitaria, con significative ricadute occupazionali e sviluppo dei territori e delle economie locali”.
Affidamenti dei Concessionari
Al contempo, i firmatari sottolineano al Governo la necessità di modificare in maniera sostanziale l’articolo 177 del codice dei contratti pubblici (D. Lgs. n. 50/2016) riferiti al settore elettrico, al fine di consentire ai concessionari di svolgere autonomamente, con propri mezzi e personale, le attività oggetto della concessione.
La norma, così come è stata interpretata dall’ANAC, impone ai titolari di concessioni dirette – anche nei servizi di interesse economico generale (gas, elettricità, servizi ambientali) – di esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto della concessione. E ciò anche nei casi in cui l’attività venga svolta direttamente tramite proprio personale. “In una fase in cui il comparto energetico può assumere un ruolo centrale per la ripresa economica, una simile applicazione metterebbe a rischio i livelli occupazionali – si legge nella missiva – con gravi ripercussioni sulle condizioni dei lavoratori nonché sugli standard di sicurezza e di natura contrattuale ad oggi acquisiti dalle decine di migliaia di lavoratori che operano nelle aziende interessate”.
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