Per la dieta planetaria si dovrebbe ridurre del 50% il consumo di carne e raddoppiare quello di noci, frutta, verdura e legumi
Se il mondo seguisse la dieta planetaria, ogni anno si potrebbero prevenire più di 11 milioni di morti premature, abbattere le emissioni di gas serra e preservare terreni, acque e biodiversità.
Molte malattie croniche potenzialmente letali, come obesità, diabete, malnutrizione e diversi tipi di cancro, sono collegate a diete non salutari, che attualmente, secondo quanto riportato dai ricercatori, causerebbero in tutto il mondo più morti e malattie del sesso non sicuro, alcol, droghe e tabacco. La dieta planetaria proposta è il risultato di un progetto triennale commissionato dalla rivista medica The Lancet, che coinvolge 37 specialisti di 16 paesi. Il consumo medio globale di alimenti come carne rossa e zucchero dovrebbe essere ridotto del 50%, mentre dovrebbe raddoppiare il consumo di noci, frutta, verdura e legumi. Per le singole regioni, ciò potrebbe significare cambiamenti ancora più drammatici: le persone in Nord America, per esempio, mangiano quasi 6,5 volte la quantità raccomandata di carne rossa, mentre le persone in Asia meridionale ne mangiano solo la metà della quantità suggerita dalla dieta planetaria; nell’Africa sub-sahariana, invece, le persone in media mangiano 7,5 volte la quantità raccomandata di verdure amidacee, come le patate e la manioca.
I ricercatori sono consapevoli che la dieta planetaria sia un progetto molto ambizioso che non riscuoterà approvazione e consenso da parte di tutti nel mondo, anche perché esiste una vasta disuguaglianza globale nell’accesso al cibo. Come ricordato da Walter Willett della Harvard University negli Stati Uniti, presente alla presentazione della dieta planetaria, “Più di 800 milioni di persone hanno cibo insufficiente, mentre molti altri consumano una dieta malsana che contribuisce alla morte prematura e alle malattie. Se non riusciamo a seguirla, è meglio cercare di avvicinarci il più possibile”.
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